Lo iodio è un elemento chimico presente in natura in quantità molto modeste: il principale e più grande serbatoio è l’acqua del mare.
La principale azione dello iodio negli esseri viventi è quella di rendere possibile il funzionamento della ghiandola tiroidea, che possiede tutto il macchinario biochimico e molecolare per trasformare lo iodio captato in iodio organico e renderlo disponibile per essere inserito negli ormoni prodotti dalla ghiandola (T3 e T4).
L’uomo si rifornisce di iodio con gli alimenti e l’acqua, lo concentra nella tiroide e forma gli ormoni tiroidei. Essi favoriscono il corretto sviluppo degli organi (in particolar modo del sistema nervoso) del bambino prima della nascita e sono altresì indispensabili sia per la crescita che per le normali attività (respirazione, circolazione, digestione, capacità mentali e intellettive…).
Nelle situazioni caratterizzate da carenza di iodio nell’ambiente, questo elemento scarseggia anche negli organismi viventi che hanno difficoltà a rifornirsene; di conseguenza, nell’uomo e negli animali, la tiroide ha difficoltà a produrre quantità sufficienti di ormoni.
La carenza degli ormoni tiroidei durante la vita prenatale e neonatale può avere effetti gravi e diversi fra i quali le alterazioni del sistema nervoso (cretinismo, ritardo mentale, sordomutismo, paralisi…) sono le più gravi.
Quando la carenza di iodio si realizza negli adulti i danni sono meno evidenti. Il primo meccanismo di adattamento dell’uomo all’insufficienza iodica è quello di aumentare il volume della tiroide al fine di aumentare la capacità di captazione dell’elemento. La ghiandola aumenta quindi di volume fino a rendersi visibile; in questo modo si realizza una condizione patologica definita gozzo.
Il fabbisogno giornaliero di iodio è molto modesto: si aggira attorno a 150–200 mg. Esso è più elevato nelle donne in gravidanza e nei bambini. La valutazione dello iodio nelle urine di una popolazione di bambini provenienti da un determinato territorio ci dà la misura della adeguatezza o meno della disponibilità di iodio in quell’area.
La presenza di iodio negli alimenti e nelle acque è molto variabile, spesso però troppo scarsa rispetto ai fabbisogni umani. Lo iodio è comunque contenuto in tutti gli alimenti ma soprattutto in quelli di derivazione marina (pesci e crostacei).
Diventa pertanto fondamentale utilizzare tutti il sale con aggiunta di iodio in modo da assicurare il fabbisogno giornaliero al nostro organismo e difendere così la nostra tiroide e renderla meno vulnerabile e predisposta allo sviluppo di malattia.
Prof. Vincenzo Toscano, responsabile U.O.C. Endocrinologia Ospedale Sant'Andrea Roma